Ritratti all'aperto
print this pageIl ritratto, in cui i professionisti, naturalmente, sono divenuti maestri per educazione artistica acquistata colla lunga pratica e collo studio, è lo scoglio sul quale naufragano molti dilettanti. E’ vero che dopo qualche insuccesso, dopo qualche prova rifiutata od accettata a malincuore dalla loro… vittima perché, se pur rassomigliante, non è artistica; essi si abbandonano anima e corpo ai paesaggi, alle riproduzioni, alla istantanee (e qui naturalmente prendono la mano e al professionista che non ha il tempo per correr monti e piani); ma tuttavia avendo essi la possibilità di riprodurre il soggetto con una espressione di naturalezza che spesso manca o scompare in uno studio vetrato, dovrebbero dedicarsi con maggior perseveranza a questo genere.
All’aperto un ritratto deve riescire bene quando oltre alla posa si abbia provveduto a che la luce superiore non si rifletta troppo crudamente sul soggetto… e renda canuta la testa la più corvina. Chi guarda un modello semplicemente protetto dai raggi incidenti con un semplice ombrello se non con una tenda, potrà comprendere l’utilità degli schermi. Anche un riflettore posto nella parte in ombra potrà rendere qualche utile servigio per aumentare le mezze tinte. Chi poi potrà avere a propria disposizione un fondo ad uso Salomon […] non avrà che poco da invidiare all’artista provveduto di uno studio vetrato, poiché esso ne fa mirabilmente le veci.
Dal Dizionario fotografico ad uso dei dilettanti e dei professionisti, a cura di Luigi Gioppi. (Manuali Hoepli). Milano, Hoepli,1892, p 457