I primi fotografi a Prato
print this pageIl legame della città di Prato con la fotografia comincia pochi anni dopo la sua scoperta e passa inizialmente dalle figure dei fotografi non residenti in città e degli sperimentatori per arrivare, con i fotoamatori e i dilettanti, ai professionisti e ai commercianti. Dagli inizi degli anni Sessanta dell’Ottocento infatti è documentata la presenza di un professionista, F. Fassina, probabilmente proveniente da Firenze e prima ancora da Milano.
All’inizio del Novecento il legame si consolida con Domenico Coppi, dopo aver visto l'inglese Giorgio Wood, detto anche lo svizzero probabilmente a testimonianza dei suoi spostamenti, e l'importante figura di Germano Salvi.
Allo stesso tempo artisti, giovani curiosi e aristocratici sperimentano la nuova scoperta; i fratelli Guasti, che ben presto iniziano a sperimentare la fotografia, rimarranno nella schiera dei dilettanti, mentre personalità come Demetrio Visconti, approderanno, come molti fotografi degli inizi, dall’incisione al professionismo. Numerosi i primi anni del nuovo secolo i fotoamatori, fra questi il più conosciuto è Martino Meucci, capo donzello del Comune.
Prato tuttavia lega il suo nome agli anni d’oro della nuova arte, grazie a Germano Salvi, editore de «La Camera oscura», prima rivista italiana di fotografia, e alla sua attiva partecipazione alla Società Fotografica Italiana, della quale sarà fra i promotori, e non a caso, la cui prima escursione, verrà fatta proprio a Prato
Sperimentatori, dilettanti e altro
Per saperne di più guarda
- sul semestrale «AFT. Rivista di Storia e fotografia», 1986 n. 3
- L. Mangalaviti pp. 48-51
- O.Goti pp. 26-37
la ricerca su fotografi e studi fotografici operanti a Prato
Per approfondire: mostra Tra mestiere e diletto. La fotografia a Prato 1860-1954