Ritratti per tutti!

print this page


05 - Ugo Semplicini, Ritratto di uomo, 1860  -  1870

Le cartes de visite

Nel 1854 il francese André Adolphe Eugène Disdéri (1819 – 1889) diede un impulso significativo al bisogno di autorappresentazione della borghesia urbana in ascesa inventando un apparecchio per i ritratti che riduceva le dimensioni delle stampe e consentiva di abbassarne il prezzo poiché su una sola lastra negativa venivano realizzate più immagini, stampate a loro volta su carta e tagliate.

L’invenzione fu un successo e le cartes de visite, del formato di un biglietto da visita, si diffusero rapidamente rendendo il ritratto e la fotografia oggetti di uso corrente in strati sociali sempre più ampi di popolazione. Venivano scambiate fra amici e parenti e sul mercato comparvero album predisposti per comporre una galleria di famiglia o di ritratti con re, regine e personaggi famosi.

In questi anni tuttavia i tempi di posa erano ancora lunghi e si dovevano utilizzare vari appoggi per immobilizzare il soggetto - poggiatesta nascosti, colonne, tavoli - mentre l’ambientazione via via si arricchiva di accessori che evocavano la posizione sociale della persona raffigurata e gli ambienti dei salotti borghesi, con poltrone, cappelli a cilindro, libri, vasi di fiori, album.

Quando le innovazioni tecniche consentirono tempi di posa più brevi, la moda fotografica divenendo sempre più appannaggio dei fotoamatori, con le istantanee cominciò a rivolgersi ad altri soggetti, in particolare scene di vita quotidiana, e le cartes de visite passarono di moda, però non scomparvero e anzi circolarono ancora a lungo; in Italia ebbero di nuovo successo negli anni della prima Guerra mondiale, quando anche i contadini, soldati in partenza per il fronte, si facevano immortalare per lasciare un ricordo “vivo” di sé ai propri familiari

Guarda gli elementi di questa sezione: