Viaggiare in salotto
print this pageLa stereoscopia
Fin dagli esordi della fotografia si cercò il modo di riprodurre immagini tridimensionali che dessero la sensazione della visione naturale bioculare, ben presto ottenuta accostando sulle fotocamere due obiettivi che producevano contemporaneamente due immagini. Queste, una volta stampate, per dare l’impressione della tridimensionalità, dovevano essere guardate con speciali visori a doppia ottica, gli stereoscopi.
Le fotocamere stereoscopiche ebbero una diffusione relativamente ridotta, enorme successo ebbero invece le stereoscopie, che vennero prodotte in grande quantità, prima dai fotografi e più tardi dall’industria, soprattutto per andare incontro al gusto e ai desideri del nascente turismo. Di conseguenza vennero prodotti stereoscopi di diversi tipi e fogge, da quelli a terra che consentivano la visione successiva fino a 100 pezzi, il cui uso fu limitato ai primi anni, a quelli manuali per la visione singola, col tempo sempre più piccoli.
Collezionare stereoscopie che riproducevano luoghi lontani, paesaggi, città, monumenti e scene di genere, divenne una moda e scorrerle coi visori nei salotti delle case aristocratiche e borghesi uno dei passatempi più diffusi degli ultimi trent’anni dell’Ottocento.
Grazie alla produzione industriale su larga scala e alla crescente esigenza sociale di conoscere il mondo e viaggiare, il successo della stereoscopia si protrasse con alterne vicende fino agli anni Trenta del Novecento
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