Lo studio del fotografo
print this pageLo studio fotografico, l’atelier, con la camera oscura, è lo spazio dove il lavoro del fotografo professionista si realizza e prende forma. Nasce e si afferma negli anni del collodio (1851-1880), dominati dalla massima diffusione del ritratto fotografico e dal successo delle cartes de visite. Ma è soprattutto dopo l’Unità che, sulla spinta della grande richiesta di ritratti proveniente dalla borghesia in ascesa come classe politica, gli studi fotografici si moltiplicano e fioriscono in tutta la penisola. Molti rimangono attivi fino oltre la metà del Novecento sebbene in lento declino e cercando di adeguarsi all’evoluzione della fotografia e alle esigenze della società.
Già dall’ingresso e dalla sala di attesa lo studio dei fotografi è organizzato per mettere in condizione il cliente di rappresentarsi al meglio, secondo la sua concezione del mondo ed il suo immaginario. C’è un camerino per sistemarsi i capelli o l’abito e l’ambiente per la ripresa, realizzato in uno spazio a vetrate con diversi tipi di tende per modulare e diffondere la luce, fondali di vario tipo e numerosi accessori per creare l’ambientazione più adatta. E’ uno spazio scenico dove il fotografo opera mutuando dalla pittura le regole compositive per il ritratto. Il lavoro prosegue poi nella camera oscura, dove vengono corretti eventuali difetti della ripresa o migliorata l’immagine con accorgimenti e ritocchi; è un ambiente generalmente piccolo, pieno di strumenti del mestiere, oggetti per lo sviluppo, la stampa e il montaggio delle copie positive, da consegnare infine al cliente che conta di vedere soddisfatte al meglio le proprie aspettative.
Guarda lo Studio del fotografo pratese Domenico Coppi
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