Martino Meucci
print this pageNato a Prato il 12 novembre 1868 da Michele e Elvira Fiorelli, riceve un’istruzione che gli permette di leggere e scrivere. Nel 1916, a 48 anni, sposa Laudomia Bardazzi. Morirà il 18 agosto 1931, un anno dopo la moglie.
Impiegato comunale - alla morte sarà capo donzello del Comune di Prato - è il fotografo dilettante che più di altri lega il proprio nome alle immagini della città tra Otto e Novecento.
Di lui si conservano 261 lastre su vetro ritrovate nel 1978 in Palazzo Pretorio da Alessandro Pasquini, studioso e futuro direttore del Museo Civico di Prato. Riferiscono al periodo tra il 1898 e il 1927 e rappresentano quanto finora è emerso della sua attività fotografica. Probabilmente in contatto con i fotografi, dilettanti e non, del suo tempo, in possesso di ben quattro fotocamere con relativi obiettivi e accessori, Meucci fotografa quasi esclusivamente nei vicoli e nelle vie del centro storico, dove peraltro ha sempre vissuto, fornendo dal suo personale punto di vista una documentazione interessante per ricostruire la storia urbanistica e sociale della città di cui fotografa i palazzi e gli scorci, ma anche i suoi concittadini che animano le vie e le piazze, ripresi sia nella quotidianità che nei momenti eccezionali: in occasione delle manifestazioni politiche, per le celebrazioni civili e religiose, durante le feste popolari, in particolare in occasione della fiera di settembre.
L’attività di dilettante non esclude l’impiego di sue fotografie al di fuori dell’ambito privato: una sua immagine ad esempio compare in una pubblicazione di carattere locale, mentre altre - soprattutto scorci cittadini, monumenti del centro storico, momenti e aspetti della fiera - sono usate per la stampa di cartoline.
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