Fratelli Guasti
print this pageGiacinto (Firenze, 1855-Roma, 1945), Paolo (Firenze, 1856-1905) e Leonardo (Firenze, 1858-Prato, 1944) Guasti, insieme ad Angiolina e altri due fratelli, questi ultimi precocemente scomparsi, nascono dal matrimonio, celebrato nel 1853, di Cesare e Annunziata Becherini la quale muore prematuramente dopo appena sette anni. La cura dei figli sarà affidata da Cesare, letterato e storico illustre, gravato dagli impegni di lavoro, alla cognata Bianca che vi dedicherà la propria esistenza.
I Guasti abitano a Firenze, ma trascorrono la villeggiatura e ogni altro momento libero nella grande villa di Galciana, sobborgo contadino alle porte di Prato, di proprietà della famiglia Becherini che, per la presenza pur discontinua di Cesare, diventa crocevia per gli studiosi del tempo, non solo pratesi: letterati, pittori, eruditi e religiosi spesso ospiti nella villa, peraltro frequentata anche dalle famiglie dei contadini che abitano e lavorano sulle terre di proprietà dei Guasti, nonché da conoscenti e vicini.
In questo clima, i figli di Cesare, liberi dagli studi e ancora lontani dalle carriere professionali che in seguito li allontaneranno dalla famiglia e dalla città, potranno coltivare altre passioni: il disegno, in particolare Giacinto e Angiolina, ma soprattutto la fotografia che praticheranno specie in estate iniziando probabilmente già a partire dalla seconda metà degli anni Settanta e utilizzando all’inizio lastre al collodio poi sostituite da quelle alla gelatina bromuro d’argento. Non firmano, se non raramente, le fotografie che pertanto risultano prodotto di un sodalizio nato per diletto e per il desiderio di sperimentare una novità tecnica. Anche Angiolina probabilmente interviene con i fratelli, in particolare Leonardo, nella fase della stampa. I soggetti delle fotografie sono le persone e il mondo circostante; fotografano preferibilmente all’interno delle alte mura del giardino della villa o nelle aie dei contadini e negli immediati dintorni di Galciana. Sono immagini realizzate con competenza tecnica e sensibilità che ci fanno conoscere un mondo oggi scomparso.
Anche i tre fratelli lasceranno quell’ambiente per compiere gli studi universitari, quindi per lavorare e vivere, con vicende alterne, altrove: Giacinto diviene tecnico meccanico e ingegnere civile, poi funzionario presso la società Immobiliare di Roma dove muore nel 1945; Paolo si laurea in chimica, insegna materie scientifiche al futuro istituto “Tullio Buzzi” di Prato, poi a Lugo di Romagna, quindi si sposta a Firenze dove gestirà due farmacie, incorrendo anche in un tracollo finanziario e dove morirà nel 1905; Leonardo si laurea in ingegneria navale a Genova e presta servizio militare in marina navigando fino a Bombay; successivamente, dopo avere intrapreso l’attività edile insieme al fratello Giacinto, dirigerà dagli inizi del Novecento, e per molti anni, la cava di marmo Dervillè a Carrara (sono conservate lastre e stampe realizzate da Leonardo). Leonardo continua a fotografare anche in seguito, negli anni Trenta, quando, prima di tornare a Galciana nel 1937, abita nella zona di Giolica, alle porte di Prato. Le fotografie di questo periodo, realizzate con una “Rolley”, sono soprattutto vedute della campagna, scorci del centro cittadino e panoramiche. Seguendo l’abitudine che inizia a diffondersi tra i fotografi dilettanti attivi in quel periodo, anche Leonardo si serve dello studio di un professionista, precisamente quello di Alimo Calamai, per lo sviluppo e la stampa delle sue fotografie. Muore nel 1944.
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